martedì 7 ottobre 2025

60° - Discorso del capogruppo

Buongiorno 
 
Desidero rivolgere il caldo Benvenuto del Gruppo al Presidente sezionale Emiliano Invernizzi,  al Consiglio, al Sindaco di Paderno d'Adda Gianpaolo Torchio e a quello di Robbiate Marco Magni, al rappresentante dei Carabinieri in congedo, ai Gruppi intervenuti e a voi tutti che avete voluto festeggiare con noi questo traguardo di tappa. 
 
Sessant’anni. Era il 10 ottobre 1965 quando il Gruppo di Paderno d’Adda ebbe il suo battesimo ufficiale. Voglio citare la velina ad uso stampa redatta per l’occasione: «Una purissima gemma è nata a Paderno d’Adda all’insegna della penna nera: il bianco delle nevi eterne, il rosso del sacrificio e il verde della speranza, come le nappine che distinguono i quadrati battaglioni alpini d’Italia, le famosissime truppe scelte che portano nel cuore solo amore, altruismo e fede. Sarà, come tutti i Gruppi Alpini un centro incorruttibile di amor patrio, di tradizione cristiana e di culto dei valori umani e sociali più genuini». Vi si può riconoscere la penna del Capitano Cesare Ponzoni,  tra i liberatori di Bologna nel 1945 con la Divisione italiana Garibaldi, che sostenne i primi passi del Gruppo stringendo attorno agli otto giovani fondatori freschi di naia quanti in paese avevano svolto il servizio militare nelle truppe alpine.  
Ci troviamo qui, davanti al Monumento degli Alpini, ora dedicato ai Caduti di tutti i campi di battaglia e di tutte le guerre, che sorge come una sentinella sulla vallata dell'Adda e rappresenta un monito alla memoria, rievocando la frase incisa all'ingresso del campo di concentramento di Dachau: "Quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo".  
Fu la prima idea di quei giovani Alpini e di quei reduci della Russia, della Grecia e dell'Albania: rendere viva quella testimonianza, non lasciare che la lima del tempo cancellasse l'insegnamento della storia. Infatti, come motto avevano scelto "Eternare nei vivi le virtù dei morti", passare da una generazione all'altra lo zaino con i valori, incarnarli, esserne vivente dimostrazione. 
 
Quel filo verde del "fare memoria" ha attraversato questi sessant'anni, passando da un cappello all'altro, intrecciandosi alle vite di tante famiglie e alla vita stessa del paese. Tenendosi a quel filo, come in un'ideale cordata hanno lavorato fianco a fianco giovani e anziani, padri e figli, coinvolgendo madri, mogli e fidanzate nelle attività di Gruppo. Legandosi a quel filo gli alpini e gli amici degli alpini di Paderno hanno abbellito questa chiesina, hanno costruito questo monumento, hanno "adottato" questo tratto di sponda boschiva dell'Adda per curarne la pulizia e la bonifica, hanno edificato la loro sede, si sono prodigati per la "piccola patria", memori degli insegnamenti dei vecchi alpini. 
 
Giunti al compimento di questi sessant'anni, come è giusto, abbiamo guardato indietro, come quando si sale in montagna e si sosta per osservare il cammino già percorso. Ma la salita continua, ardua, difficoltosa - la sospensione della leva ci ha tolto molte nuove forze – eppure, guardiamo fiduciosi alla strada ancora da compiere, facendo nostri i versi del tenente alpino Piero Jahier, poeta fiorentino che partecipò alla Grande Guerra: "Uno per uno / bastone alla mano / e alla salita cantiamo // (…) se chiedi l'amore pronto a patire: / son io, l'alpino, rispondiamo / e all'adunata corriamo". 
 
Viva gli Alpini! Viva l'Italia!  





lunedì 6 ottobre 2025

Celebrato il 60°

 

In una bella giornata di sole d'ottobre è andata in scena ieri la celebrazione del 60° anniversario di fondazione del Gruppo di Paderno d'Adda. Il corteo, schieratosi davanti alla sede del Gruppo per l'alzabandiera e l'inno nazionale, con l'accompagnamento della Fanfara Alpina di Prezzate, si è spostato poi al Monumento dei Caduti per rendere onore e posare una corona d'alloro. Da lì, ha raggiunto il vicino Monumento degli Alpini, per deporre un ricordo floreale a forma di penna con la nappina bianca del Morbegno.

Davanti al monumento-campanile si sono tenuti i discorsi. Il capogruppo Daniele Riva ha ricordato che questi sessant'anni sono stati attraversati dal "filo verde del 'fare memoria', passando da un cappello all'altro, intrecciandosi alle vite di tante famiglie e alla vita stessa del paese. Tenendosi a quel filo, come in un'ideale cordata hanno lavorato fianco a fianco giovani e anziani, padri e figli, coinvolgendo madri, mogli e fidanzate nelle attività di Gruppo. Legandosi a quel filo gli alpini e gli amici degli alpini di Paderno hanno abbellito la chiesina loro affidata, hanno costruito il monumento, hanno 'adottato' il sottostante tratto di sponda boschiva dell'Adda per curarne la pulizia e la bonifica, hanno edificato la loro sede, si sono prodigati per la 'piccola patria', memori degli insegnamenti dei vecchi alpini". E ha concluso: "la salita continua, ardua, difficoltosa - la sospensione della leva ci ha tolto molte nuove forze – eppure, guardiamo fiduciosi alla strada ancora da compiere". 

Il Sindaco di Paderno, Gianpaolo Torchio, ha  tracciato un parallelo tra il paese e gli alpini: "Sessant’anni fa Paderno era molto diversa. Sono cambiati i lavori, le abitudini e i ritmi della vita, ma il vostro spirito è rimasto lo stesso: un punto fermo nella comunità. Oggi la partecipazione e il volontariato sono in calo, e proprio per questo la vostra presenza è ancora più necessaria. Vi chiedo di essere un ponte per le nuove generazioni, di trasmettere i vostri valori come un’ancora di riferimento". A queste parole ha fatto seguito il presidente sezionale Emiliano Invernizzi, che ha chiuso gli interventi: "Rispondo al Sindaco dicendo che noi ci siamo, e continueremo ad esserci. Da sempre, in questo paese e in tutta la provincia. Il nostro primo motto è ‘per non dimenticare’, ma oggi dobbiamo chiederci: a cosa è servito ricordare se ci ritroviamo punto e a capo? La pace non è mai un dato acquisito: è una luce che si accende e si spegne. Sta a noi coltivarla nei gesti quotidiani, perché se non lo faremo, saranno i nostri figli e nipoti a pagarne il prezzo".
La sfilata è ripresa e, attraversando il centro storico imbandierato, è giunta alla chiesa parrocchiale per la Santa Messa, animata dal Coro Stelutis di Brivio e celebrata da Don Antonio Caldirola, che, sceso in mezzo ai fedeli, ha incentrato la sua omelia sull'Altro, rammentando la necessità di riconoscere  nell'Altro il fratello e invitando gli Alpini a perseverare nella tutela dell'ambiente - che è uno dei principi statutari - e a trasformare così la memoria in futuro, incarnando i valori tramandati.

La giornata si è conclusa con un pranzo conviviale al Ristorante Toscano di Robbiate.









sabato 4 ottobre 2025

Il Coro Stelutis per il 60°

 

Una partecipazione sentita ha accolto il concerto del Coro Stelutis di Brivio nella serata di Venerdì 3 ottobre, nel corso delle celebrazioni per il 60° del Gruppo. 

Il capogruppo ha introdotto il coro spiegando perché gli Alpini padernesi hanno voluto  farlo intervenire: "Celebreremo l’anniversario domenica prossima, ma questa sera abbiamo voluto fondere questi tre significati nelle voci di un coro, che tramanda gli antichi canti sorti nelle trincee e nelle caserme, sulle montagne del Carso, della Grecia, dell’Albania, della Russia, quando le voci degli alpini si univano e iniziavano a intonare quei sogni, quei dolori, quei lutti, quei ricordi, quelle speranze… Il Coro Stelutis, non solo appartiene alla Sezione di Lecco, ma addirittura alla zona in cui è inserito il Gruppo di Paderno, quello della Bassa Brianza. Potremmo dire che è il 'nostro' coro". 

Il primo pezzo, l'Ave Maria armonizzata da Pasquale Amico, è stata dedicata alla memoria di Giorgia e Milena, le due ragazze padernesi travolte da un carroattrezzi la sera del 20 settembre, un evento che ha scosso profondamente l'intera comunità. Apprezzatissimi i canti alpini ("Ai preat", "Stelutis alpinis", "Da Udin siam partiti", un'emozionante "Bandiera nera", "Ti ricordi la sera dei baci", "Bombardano Cortina" e "Sul cappello che noi portiamo") ma anche "Dimmi Teresina", "Belle rose du printemps", "La mia montagna" e soprattutto "Luna", canto in lingua sarda. Tutti i presenti hanno intonato insieme al coro "Signore delle cime". Il Sindaco di Paderno d'Adda Gianpaolo Torchio ha salutato il coro, ringraziandolo e dicendosi lieto che abbia superato le difficoltà degli ultimi due anni, soffermandosi sulla delicatezza di questi "ricami" di voci e sul fatto che quasi tutti i canti parlino del dolore della guerra e della ricerca di pace: "Oggi, con la guerra che torna a sfiorarci, quelle parole assumono un significato ancora più profondo".

La saletta dell'ex-Oratorio Femminile ha accolto il "dopocoro": un piccolo rinfresco  e canti in allegria con il maestro alla fisarmonica.