giovedì 26 maggio 2011

Lavori di recupero sulla Linea Cadorna

 

La Linea Cadorna è un’opera militare difensiva costruita tra il 1911 e il 1916 nelle Prealpi lombarde per proteggere il territorio italiano e i poli industriali di Milano e di Bergamo da un’eventuale aggressione della Germania e dell’Austria o da una ipotetica invasione dal nord.

Dopo la manutenzione attuata durante il periodo fascista, la Linea Cadorna rimase in stato di abbandono per oltre sessant’anni. Ora se ne sta realizzando il recupero e attiva nell’opera di pulizia e restauro è la Protezione Civile dell’ANA lecchese oltre alla stessa Sezione  dell’ANA di Lecco.

Alle operazioni, che proseguono ormai da un paio di mesi, lo scorso venerdì 20 maggio, nella zona di Corenno Plinio, hanno partecipato anche tre soci del Gruppo di Paderno d’Adda, affiancati da due amici appartenenti al vicino Gruppo di Verderio Inferiore e da un’altra ventina di volontari.

 

20.05.11 (6)

mercoledì 25 maggio 2011

I Seniores del CAI alla Chiesina

 

Il 20° Raduno Seniores Lombardia del Club Alpino Italiano si è svolto tra Imbersago e Villa d’Adda. 1.300 persone alla scoperta del territorio dell’Adda e del lago di Sartirana. Qualche gruppo ha visitato il nostro monumento e la Chiesina degli Alpini, ammirando dal belvedere naturale il bellissimo scenario con la diga, i monti sullo sfondo e il ponte di Paderno. Escursionismo “dolce”, come la meraviglia di questo luogo.

 

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lunedì 9 maggio 2011

Torino 2011

 
Anche l’84a Adunata Nazionale di Torino è ormai in archivio, posta tra i ricordi e le memorie, con le sue emozioni e i suoi momenti solenni. Il Gruppo di Paderno d’Adda vi ha preso parte in forze: nella sfilata erano riconoscibilissime le due file da nove rivestite con la maglietta verde ufficiale bordata di tricolore. Venivamo subito dietro i Picett del Grenta che hanno suonato lungo tutto il percorso sui loro flauti di Pan Aprite le porte e Figli di nessuno. Se a Bergamo nel 2010 l’emozione più grande fu l’ingresso ormai al buio su Viale Papa Giovanni XXIII in una muraglia umana osannante, a Torino la gratificazione maggiore è stata invece il continuo battimani lungo il tragitto della sfilata: Corso Vittorio Emanuele II, Piazza Carlo Felice, Via Roma, Piazza Castello, Via Po, sfiorando monumenti storici come Palazzo Madama, Palazzo Reale, il Castello, il Teatro Regio, la Mole, e avendo davanti agli occhi nel tratto finale la Gran Madre. Un passaggio attraverso due ali di uomini e donne ornati di coccarde bianco-rosso verdi e animati da un rinnovato senso di italianità.
 
 
 
 
La sfilata, certo: perché è il clou dell’Adunata. Ma anche altri momenti interessanti: una sommaria visita alla città, per respirarne la “vita”, per comprenderne i misteri, fermandosi di tanto in tanto a vedere scorrere il corteo: i reduci, le sezioni all’estero, gli Alpini di Zara e Pola che tradizionalmente sfilano per primi, la sezione siciliana, i laziali, gli abruzzesi. E poi la lunga attesa all’ammassamento – posto a un centinaio di metri dalla sede della Juventus, in Corso Galileo Ferraris: un rito in cui ci si lamenta e si sbuffa perché la sfilata non inizia, mentre intanto si incontrano gli amici degli altri Gruppi e delle altre Sezioni; noi per esempio, abbiamo salutato Cesare Lavizzari, Aldo Maero e Giorgio Sonzogni, che hanno sovente aderito alle iniziative del Gruppo, dalla “Storia narrata dai protagonisti” alla marcia “Sempre al passo con i tempi senza dimenticare il passato”. E ancora il ritorno al pullman dove si arriva stanchi e disfatti, ansiosi di una bottiglia di acqua minerale.
 



 
Non erano neanche le cinque: troppo presto per raggiungere il ristorante: ne abbiamo approfittato per visitare un antico borgo, il Ricetto di Candelo, in provincia di Biella. Lì è arrivata anche la ormai proverbiale pioggia che compare praticamente in ogni Adunata: solo due gocce, così come una benedizione. E infine la cena, a Villanova Biellese: lì c’erano anche i Gruppi di Alzano Lombardo, Calcinate e Nembro, e le voci si sono presto unite in cori alpini e canti di montagna. Da brividi, anche quelli…
 
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(Testo e Fotografie © Gruppo Alpini di Paderno d’Adda)