Paderno d’Adda ha vissuto una straordinaria serata con la presentazione nel Salone dell’Oratorio del libro “Fulvio Pedrazzini: un alpino, due guerre e tante lettere”, scritto dalla figlia Maria Paola. A illustrare l’opera ha provveduto con la consueta apprezzatissima oratoria il consigliere nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini Cesare Lavizzari, nipote del protagonista: raccontando delle vicende belliche vissute dal nonno, ha attratto l’uditorio parlando anche della differenza tra le guerre di un tempo e quelle “sporche” di adesso, concludendo con un accenno al ruolo dell’associazione e alla sua presenza nel tessuto della società odierna, indispensabile come punto di raccolta per certi valori, come aggregatore di “amicizia”, del piacere di lavorare insieme per il bene comune.
L’esibizione del Coro Grigna della sezione ANA di Lecco, suddivisa in due tempi relativi alle due guerre mondiali, ha riscaldato il pubblico, coinvolto dall’atletico e vigoroso maestro Giuseppe Scaioli in un Testamento del Capitano davvero corale. Il coro, oltre all’Inno di Mameli, al Trentatré e a Sul Cappello, necessari per l’ingresso dei gagliardetti e dei vessilli sezionali, ha intonato anche: Monte Canino, Ti ricordi la sera dei baci, Monte Pasubio, Era una notte che pioveva, Motorizzati a piè, una trascinante Joska la rossa e una commovente Bandiera nera.
Sul palco anche il consigliere nazionale Giorgio Sonzogni e il presidente della Sezione di Lecco, Marco Magni. Il vicepresidente Diego Pellaccini, ha portato il saluto della Sezione di Monza. Il sindaco Valter Motta e l’assessore alla Cultura, Annarosa Panzeri, hanno fatto gli onori di casa, così come don Antonio Caldirola, responsabile della comunità pastorale.
La manifestazione, ormai alla sua sesta edizione, ha potuto testimoniare ancora una volta quel valore della memoria sempre più indispensabile – come ricordava anche l’assessore – in questi tempi di società che brucia in fretta tutte le sue emozioni con i social network e le nuove tecnologie. È impensabile perdere tutte queste testimonianze: serva da monito la riflessione del filosofo spagnolo George Santayana: “Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”.
Nessun commento:
Posta un commento