Storia

Un pugno di giovani, sostenuto dal Parroco don Giovanni Bianchi e favorito dalla partecipazione attiva del Capitano degli Alpini Cesare Ponzoni, concerta di dare inizio ad un’associazione all’insegna della penna nera.

Rimessisi il cappello e sentendosi nuovamente in “servizio“, il 18 giugno 1965 gli alpini di Paderno d’Adda si ritrovano presso la Casa del Giovane, ambiente ideale per stringersi a Gruppo e per riunirsi mensilmente, manifestando con entusiasmo il loro inalterabile orgoglio, fatto di umile altruismo e di solide virtù militari e civiche. In concomitanza con la benedizione del Gagliardetto e la celebrazione della giornata alpina, avvenuta il 10 ottobre 1965, la Chiesina di Santa Elisabetta, detta “dei morti”, restaurata dalla munificenza del Presidente onorario Cav. Edoardo Colombo, diventa la Cappella delle penne nere padernesi.


 

Il Gruppo, nato per eternare nei vivi la virtù dei morti, con l’intento di ornare una parete del tempio, dona un’artistica xilografia realizzata dal pittore e scultore milanese Alessandro Nastasio, raffigurante la Deposizione del Cristo ad opera degli alpini.

I “bocia”, pieni di ardore e di stima verso i “veci” alpini tornati dalla guerra e sostenuti dall’amore per l’Italia, nell’assemblea del 2 settembre 1966 propongono di dotare la Chiesina di un campanile per dare duratura continuità al ricordo e alla riconoscenza verso quanti adempirono il proprio dovere verso la Patria.

Si stabilisce di inserire nel monumento le pietre provenienti dai campi di battaglia sui quali più generoso era stato il sacrificio dei soldati della montagna, dei Dispersi e dei Deportati, mentre il rintocco delle campane ricorderà la gloriosa sorte dei Caduti di ogni nazione, affratellati nella pace dell’Altissimo.

Per richiedere le pietre vengono indirizzate missive ai diversi Capi di Stato, rimettendosi alla collaborazione del capitano Ponzoni, dotto in argomenti storici ed abile comunicativo.

Affidata la progettazione all’Arch. Aldo Gnecchi Ruscone, viene richiesta l’eliminazione delle alte e fitte robinie per armonizzare la nuova struttura con l’ambiente circostante.

Rimossa l’alta siepe il 12 settembre 1967, gli alpini avvertono il fascino e l’emozione provocati dall’incantevole scenario di questo tratto di fiume e danno inizio ad un accurato e diligente lavoro di bonifica della scarpata.
La realizzazione del monumento-campanile consegna al paese un’opera pregevole: i tralicci di sostegno delle tre campane, a base triangolare, poggiano su un basamento nel quale sono incastonate le pietre.

Pannelli in ferro forgiato, disegnati dallo stesso Nastasio, raccontano con particolare efficacia alcuni eventi bellici dei quali furono protagonisti gli alpini.

Su un triangolo inclinato è posizionato un relitto di artiglieria che ha accompagnato i reparti del Corpo Italiano di Liberazione e dei Gruppi di Combattimento, donato dal Presidente degli Stati Uniti d’America, Lyndon Johnson.

L’inaugurazione del monumento avviene il 26 ottobre 1969 ed è resa imponente dalla presenza di rappresentanze del Governo italiano e di quello americano, di autorità, dei Gruppi Alpini di entrambe le sponde dell’Adda, nonché del Gruppo di Asiago per la consegna di una pietra dell'Ortigara. La Fanfara e un picchetto in armi del 4° Alpini aprono il corteo.
La Chiesina degli alpini ed il monumento-campanile, posizionati in un luogo già dotato dalla natura di una propria attrattiva, costituiscono un insieme dall’incomparabile valore storico e morale. Allo scopo di rendere ancor più apprezzabile questa visione che invita lo sguardo a soffermarsi con interesse e ammirazione, il 25 ottobre 1974 gli alpini intensificano la loro attività per la salvaguardia e la valorizzazione di tale patrimonio ambientale, estendendo l’eliminazione della fitta e intricata vegetazione infestante e delle alte robinie, lungo la ripida scarpata fiancheggiante la strada provinciale che immette al ponte auto-ferroviario.

La messa a dimora di nuove essenze lungo l’erto declivio, attuata il 5 e 6 marzo 1983, aggiunge un elemento estetico e ornamentale all’ampia veduta e all’ardito arco del ponte.

Un altro avvenimento solenne, il 27 e 28 ottobre 1984, accomuna francesi e italiani in un incontro di fraternità nel nome di Abriés. In quella località i soldati di entrambe le nazioni, su lati opposti, compirono fieramente il loro dovere: una pietra consegnata da una delegazione transalpina e incastonata nella base del monumento suggella l’aspirazione alla convivenza e alla pace tra i popoli.

Quale segno di riconoscimento della sensibilità dimostrata dagli alpini a favore del proprio territorio e dell’ambiente, il 5 giugno 1989 il Consiglio Comunale di Paderno d’Adda conferisce una Medaglia d’oro al Gruppo. L’assegnazione premia il diligente lavoro di bonifica della scarpata, iniziato il 12 settembre 1967 in prossimità del monumento, e che, dopo decenni, prosegue ancora con il taglio dell’erba, la manutenzione delle piante e la graduale espansione dell’area.



Con il passare degli anni, il desiderio di ritagliare uno spazio esclusivo per l’associazione si fa sempre più acuto. Progettazioni di massima e richieste per la concessione di un’area idonea all’edificazione di una sede si susseguono, trascinandosi nel tempo senza alcuna conclusione.

L’iniziativa, avviata l’8 ottobre 1979 e intensificata dall’11 novembre 1987 mediante una fitta corrispondenza con l’Amministrazione comunale, ottiene finalmente l’approvazione del Consiglio il 28 ottobre 1993 con la concessione di un’area all’interno del Centro Sportivo.

L’intraprendenza sin qui considerata ha messo in ombra la vasta attività a carattere sociale, culturale e solidaristico, svolta dal Gruppo nel quadro delle funzioni statutarie dell’Associazione Nazionale Alpini.

Risalta però in maniera accentuata la sensibilità ai problemi della solidarietà umana. Nel periodo natalizio del 1994, riconoscendo la propria condizione privilegiata, viene intrapresa un’adozione a distanza, avviando un rapporto d’amore e di fede con un “ragazzo della strada”, ospite nella Cidade dos Meninos di Camobi, in Brasile.

Il senso di appartenenza alla comunità, dimostrato per decenni attraverso prestazioni d’opera per il proprio paese, e fermenti di solidarietà, sentiti come esigenza da vari elementi del Gruppo, manifestano i primi sintomi di una vocazione al volontariato.

Infatti, oltre all’intensa attività per la bonifica del bosco, dal 27 giugno al 4 luglio 1976 alcuni soci partecipano alla ricostruzione del Friuli, sconvolto dal terremoto, e dal 3 al 20 luglio 1989 un altro socio prende parte all’intervento della Protezione Civile dell’A.N.A. a Spitak, in Armenia, per prestare aiuto alla popolazione colpita da un rovinoso sisma.

Con l’intento di risvegliare la consapevolezza di appartenere ad una comunità, condividendone le necessità, il 26 luglio 1997 ha luogo la costituzione dell’Unità di Protezione Civile, quale dipendenza del Nucleo Sezionale “Sandro Merlini” che dal 1988 si è distinto nel soccorso alle comunità colpite da calamità e si è impegnato nella prevenzione di eventi disastrosi in Italia e all’estero.

Portata a termine la redazione del progetto dal Geom. Luigi Invernizzi, socio del Gruppo, e compiute le formalità burocratiche per l’approvazione, il 7 novembre 1994 viene rilasciata la concessione edilizia, immediatamente seguita dai lavori di edificazione della sede.

Realizzato il fabbricato a cura e spese del Gruppo, finalmente il 30 agosto 1998 ha luogo l’inaugurazione del Centro di ritrovo, destinato allo sviluppo dell’attività di Protezione Civile e a sede del Gruppo per promuovere occasioni di incontro.



 

Il programma delle cerimonie, caratterizzato da varie iniziative, si conclude il 6 settembre 1998 con la giornata della bandiera per non dimenticare il nostro passato e la nostra storia. La proposta di custodire in ogni famiglia il drappo Tricolore, quale segno di partecipazione al patrimonio di cultura e di civiltà dell’Italia, è completata, nel pomeriggio, da un’esaltante esecuzione di inni patriottici nella Piazza comunale.

Un particolare tratto di trincea ferroviaria che attraversa il paese si trova in uno stato deprimente e tale condizione dell’area, inselvatichita dall’abbandono, inquieta gli alpini, sensibili alla tutela del territorio: il 15 maggio 1999 propongono perciò alle Ferrovie dello Stato e al Comune un intervento di riqualificazione della struttura incuneata nel tessuto urbano, intrecciando rapporti con enti e organismi, con associazioni e privati.

L’incarico per l’eliminazione della vegetazione è affidato al Nucleo di Protezione Civile Sezionale degli alpini, ma ingenti sono i lavori effettuati dal Gruppo di Paderno d’Adda, sia con funzioni complementari ai volontari impegnati, sia con autonomi interventi operativi.

La riqualificazione del tratto boscoso, costituito da due contrapposte scarpate aventi una superficie di circa 16.800 mq, si conclude il 22 giugno 2003 con una cerimonia per la riconsegna simbolica dell’area alla Rete Ferroviaria Italiana S.p.a., mediante una sfilata dei Volontari di Protezione Civile e dei loro mezzi.

Il poter suonare le campane solo in rare circostanze, privandole della specifica funzione e sfuggendo alla motivazione essenziale del loro inserimento nell’opera, atto di pietà cristiana verso tutti i Caduti, ha sempre angustiato quanti avevano concorso alla realizzazione del monumento.

Azioni dirette a meccanizzare l’impianto sono state intraprese nel 1987 e nel 1991 ma finalmente il 27 marzo 2004 viene deliberato di affrontare definitivamente il problema, affidando l’incarico all’Arch. Marco Gnecchi Ruscone, figlio del compianto progettista.

Le penne nere padernesi, ricevuto festosamente il Presidente sezionale, Dott. Luca Ripamonti, accompagnato da alcuni organi del Consiglio, l’8 ottobre 2004, riconoscenti per l’ambita visita del Presidente Nazionale dell’Associazione Alpini, sig. Corrado Perona, si stringono attorno a lui con una spontanea manifestazione di affetto e simpatia.

Il rinnovo integrale del monumento-campanile presenta il basamento rielaborato nel rivestimento e nella disposizione delle pietre, collocate in ordine cronologico ed a gruppi, mentre i bronzi, elevati da tre a sette, sono dotati di congegni automatici. Una spettacolare manifestazione serale conclude la cerimonia inaugurale svolta il 30 ottobre 2004.

Il rintocco delle campane, sulle note del “Silenzio”, ogni sera ricorderà il sacrificio dei Caduti di tutte le nazioni e di tutti i campi di battaglia, ammonendo ed esortando ciascun popolo affinché il percorso comune sia tracciato sui sentieri della pace e della solidarietà.


 

Il Gruppo di Paderno d’Adda e quello di Villa Celiera, della Sezione dell’Abruzzo, stringono un patto di cordiale collaborazione proponendosi di conservare e coltivare i nobili ideali dell’Associazione.

Ospiti degli amici di Villa Celiera il 19, 20 e 21 agosto 2005, gli alpini padernesi portano in dono una delle campane da loro sostituite, provvisoriamente sistemata in prossimità dell’altare eretto in località “Le Scalate” a perenne memoria del generale Giacomo Lombardi “che per le sue doti di cuore e di ardimento seppe farsi amare dagli alpini come pochi altri” (Dal libro “Alpini - Storia e leggenda”).


 

Il suono di una delle campane, recuperata dalla terna messa in opera nel monumento originario, nonostante la correzione della tonalità, denota un’imperfezione melodica che non sfugge agli intenditori di musica.

Confermata la sostituzione, per eseguire delle armonie perfette viene stabilito di aggiungere al monumento anche un’ottava campana, dedicandola ai Pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e di eseguire ogni mattina alle 10 il “Padre nostro” per richiamare la “millenaria civiltà cristiana” alle radici dell’Europa.


 

La benedizione delle campane, impartita il 9 ottobre 2005 dal Parroco e Decano don Paolo Ferrario, dà inizio al singolare festeggiamento per ricordare il quarantesimo anniversario della costituzione del Gruppo e per commemorare la figura del S. Ten. degli Alpini M.O. Teresio Olivelli - “Ribelle per amore” - proposto per la beatificazione, attraverso un’omelia di Mons. Giovanni Barbareschi, anch’egli “Ribelle per amore”.

Per facilitare i lavori inerenti la vigile e accorta difesa dell’ambiente nonché per favorire lo sviluppo e l’affermazione della Protezione Civile locale, il Consiglio direttivo stabilisce la sostituzione del furgone, ceduto da un socio nel 2001, con un Pick up 4 x 4, acquistato il 6 febbraio 2007.

Sin dalla costituzione del Gruppo, gli alpini padernesi si sono adoperati per la “piccola patria”, prodigandosi nella tutela del territorio e rivelando la propensione a lasciare delle tracce inequivocabili del loro temperamento affettivo.

Riscontrato il sostegno dell’Amministrazione comunale, nella ricorrenza del 40° anniversario di una singolare attività, nel 2007 il Gruppo si propone di ottimizzare i risultati conseguiti per far sì che quanto ottenuto nel promuovere l’apprezzamento del paesaggio nei pressi del ponte non perda efficacia nel tempo.
In occasione dell'Adunata Nazionale di Bergamo, il 7, 8 e 9 maggio 2010 sono nostri ospiti gli amici di Villa Celiera che ci rendono la visita e rinnovano il gemellaggio portandoci in dono una magnifica aquila di pietra, che ora campeggia sul tetto della nostra sede, a ricordo  dei "gemelli" abruzzesi. Il paese risuona di canti e di festosa commozione e il fumo degli arrosticini e l'aroma della pecora alla callara allietano la serata di festa.


 



L'8 maggio si svolge anche la marcia "Sempre al passo con i tempi": alpini e amici della Bassa Brianza e dell'Isola partono dal Monumento-campanile di Paderno per raggiungere Bergamo a piedi posando una ciotola di stelle alpine e rendendo gli onori davanti ai monumenti ai Caduti lungo il percorso: Calusco d'Adda, Carvico, Sotto il Monte, Terno d'Isola, Presezzo, Ponte San Pietro, Longuelo e Bergamo.


 



Un'analoga marcia è svolta in occasione del 90° anniversario della Sezione di Lecco: il tragitto porta gli alpini davanti ai monumenti di Paderno d'Adda, Robbiate, Imbersago, Arlate, Brivio, Airuno, Olginate, Garlate, Pescate e Lecco.



 



"Un fiume di passi per non dimenticare" unisce Paderno d'Adda a Piacenza con una marcia di 95 km nella settimana dell'86a Adunata Nazionale tra l'8 e il 12 maggio 2013.




Nel mese di giugno 2014, vengono realizzati due eventi intesi come preludio al 50° anniversario di Fondazione: una mostra, intitolata "È nato! - Quando siamo diventati alpini", raccoglie presso la Chiesina le fotografie dei soci durante la naja; il 27, 28 e 29 si svolge "L'Abruzzo in Brianza", una grande festa collettiva con degustazione di piatti tipici abruzzesi cucinati dai "gemelli" di Villa Celiera.
Il 7 novembre l'Amministrazione Comunale affida al Gruppo Alpini la custodia della Bandiera dei Combattenti e Reduci.
Il 2015 vede un nuovo incontro con i “gemelli” di Villa Celiera, che ci ospitano nel loro incantevole villaggio con il solito calore abruzzese in occasione dell’Adunata di L’Aquila, dal 15 al 18 maggio.

 
È anche l'anno del 50° anniversario di fondazione: lo celebra una festa imponente con sfilata da Via Don Gnocchi alla parrocchiale e da lì, dopo la messa, al monumento-campanile, in un ideale triangolo dei valori alpini. Il Gruppo di Paderno sfila compatto dietro uno striscione significativo: "Sfilano al nostro fianco gli amici andati avanti: il loro ricordo è vivo in ognuno di noi", a testimonianza del motto scelto nel lontano 1965: "Eternare nei vivi le virtù dei morti".




Dopo oltre 52 anni, il 12 gennaio 2018, il capogruppo storico Elio Villa ha voluto lasciare la guida del Gruppo: al suo posto è subentrato Daniele Riva, che ha ringraziato Elio per i tantissimi anni di impegno e ha assicurato continuità in sintonia con il Consiglio Direttivo.


Nel 2020 la pandemia da Covid-19 costringe gli Alpini a porsi subito in prima linea: se il coronavirus obbliga alla chiusura della sede da febbraio a fine giugno e poi di nuovo da ottobre, le penne nere comunque non si scoraggiano. È un attimo passare dallo sgomento all’azione: il problema principale nelle prime settimane sono le mascherine: si collabora con il Comune – tramite la Protezione Civile congiunta con Robbiate –  per l’approvvigionamento e la distribuzione; si aderisce prontamente all’iniziativa di raccolta fondi della Sezione di Lecco. 
Con l’avvio di quella che è definita “Fase 2” e l’allentamento della stretta dal 4 maggio, si pongono però altri problemi. Dapprima il servizio di gestione degli ingressi al mercato del giovedì: non facile trovare quattro elementi da alternare a guardia dei due tronconi di bancarelle, considerando quelli arruolabili per età e per libertà da impegni lavorativi. Poi, il ritorno delle messe in parrocchia: più facile qui, essendo sabato e domenica, avere gli otto da mandare due per messa a istradare i fedeli alla porta della chiesa per i successivi “riti” di sanificazione delle mani e collocazione al proprio posto. Un altro socio si impegna per coprire un turno alla Messa delle mattine feriali a Santa Marta. È poi la volta del servizio per spostare i banchi all’inizio delle scuole, che riprendono dopo oltre sei mesi di chiusura. Con il riaccendersi della pandemia e la seconda ondata, il Gruppo è chiamato all’allestimento della sala per le vaccinazioni antinfluenzali a Cascina Maria e alla gestione degli ingressi negli orari deputati al servizio medico. La vaccinazione di massa vede l’impegno per trasportare i vaccini dalla ASL di Lecco per un medico locale e la presenza dei soci impegnati nella Protezione Civile sezionale prima al centro tamponi di Lecco e poi agli hub vaccinali di Lecco e della Technoprobe di Cernusco Lombardone.

Passata la pandemia, si torna alla vita: è tempo di celebrare i 25 anni della Sede. Il pomeriggio di sabtao 26 agosto, al termine del rito eucaristico, la sfilata dei Gruppi e degli alpini presenti, aperta dal Vessillo sezionale scortato dal vicepresidente Mario Gargantini e accompagnata dal Corpo bandistico "Giuseppe Verdi" di Ronco, raggiunge la sede per la cerimonia di intitolazione a Carlo Riva, storico fondatore e segretario del Gruppo, "andato avanti" il 14 ottobre 2022. Il capogruppo Daniele Riva rimarca: «Venticinque anni dopo siamo qui, ancora orgogliosi di questo edificio, ancora orgogliosi della vitalità degli alpini padernesi. E il Consiglio Direttivo, anzi l'intero Gruppo, ha deciso di onorare la memoria di Carlo intitolandogli la sede che lui volle con tenacia, che curò nei minimi dettagli, armato com'era "di fede e di amore"». 









I ricordi e le immagini dei tanti soci “andati avanti” e di tutti coloro che si sono adoperati per sostenere le numerose iniziative promosse sono conservati vivi nei pensieri e nel cuore dei singoli.

Debitori di riconoscenza verso i Presidenti onorari che si sono avvicendati nel prestigioso incarico, si vogliono menzionare i loro nomi: Edoardo Colombo, Rodolfo Gavazzi e Cesare Ponzoni. Il persistente ricordo attesta la stima e l’affetto degli alpini verso le loro “guide”, che arricchirono il Gruppo con l’offerta di qualcosa di se stessi, stimolando le penne nere padernesi a dare e fare di più.

Quali alpini, successori e custodi dell’inestimabile patrimonio di valori morali tramandati da generazione in generazione, sentiamo il dovere di mantenere viva la fiammella dell’amore del prossimo, pronta ad avvampare in atti concreti di solidarietà e di fratellanza.