Questo il discorso del Capogruppo all'atto di intitolazione della Sede del Gruppo a Carlo Riva, il 26 agosto:
Carlo Riva, mio papà, amava molto un passo della Preghiera dell'Alpino, quello che recita "armati di fede e di amore": alla luce di quei due principi ha vissuto la sua vita. Se nell'ambito della fede, oltre al servizio devoto per la Chiesa, includiamo anche l'onestà e la tenacia – che non ha i connotati negativi dell'ostinazione ma quelli positivi della caparbietà - a quello dell'amore dobbiamo associare l'apertura disinteressata verso gli altri e la disponibilità a dialogare. La fede lo ha portato a sostenere tutti i parroci che sono passati per Paderno, a lavorare con loro e per loro, fino a mettersi a disposizione di don Antonio nel 2011 come Ministro straordinario dell'Eucaristia. L'amore lo ha condotto a darsi da fare per il paese, che lui amava definire "piccola patria", in svariate iniziative, dalla biblioteca comunale alla Cooperativa Edilizia del Borgo in collaborazione con le Acli, ma soprattutto a promuovere la costituzione del Gruppo Alpini, in nome di quei valori che oggi sono chiamati "alpinità" ma che allora, nei primi Anni Sessanta, erano semplicemente i principi basilari dello Statuto dell'ANA: tenere vive quelle tradizioni alpine apprese durante il servizio militare, il senso di Patria, lo spirito di corpo, la fratellanza, la formazione spirituale e intellettuale delle nuove generazioni, la solidarietà.
Un Gruppo Alpini deve avere un luogo in cui ritrovarsi, una "baita" o una sede. Il primo punto d'incontro, dove il Gruppo nacque nel 1965, fu la "Casa del Giovane", il centro parrocchiale di fronte all'oratorio voluto da Mons. Giovanni Bianchi per aggregare i giovani del paese. Nel corso degli anni, la sede si spostò via via sempre più verso la sua destinazione odierna: nella Curt Grònda prima, in Via Manzoni poi e infine al numero 4 di Via Airoldi. Ma non avere un luogo veramente proprio dove radunarsi e sul quale poter fare anche un affidamento puramente logistico, era un grande cruccio per gli alpini padernesi. Carlo, il capogruppo Elio Villa, Gianpietro De Capitani e Antonio Bassani per anni si interessarono presso l'Amministrazione Comunale per ottenere un locale adatto allo scopo. Fu un confronto anche burocratico lungo ed estenuante, iniziato nel 1974 e conclusosi solo nel 1996, quando fu assegnato quello che veniva definito il "casotto" all'interno del Centro sportivo. Con la perseveranza, il sacrificio e il lavoro di tutti, il Gruppo seppe finanziare l'opera e realizzarla, arrivando infine il 30 agosto 1998 all'inaugurazione di quello che venne allora chiamato "Centro di ritrovo". Quella mattina fu il sindaco Angelo Rotta a tagliare il nastro e fu il parroco don Paolo Ferrario a benedire la sede.
Venticinque anni dopo siamo qui, ancora orgogliosi di questo edificio, ancora orgogliosi della vitalità degli alpini padernesi. E il Consiglio Direttivo, anzi l'intero Gruppo, ha deciso di onorare la memoria di Carlo, "andato avanti" lo scorso anno, intitolandogli la sede che lui volle con tenacia, che curò nei minimi dettagli, armato com'era "di fede e di amore".
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