venerdì 17 febbraio 2017

Addio, tenente Vicentini!

 

Solo dieci giorni dopo la scomparsa del generale Luigi Morena, un altro grande testimone della Storia Alpina è andato avanti: Carlo Vicentini. Nato a Bolzano nel 1917 da famiglia trentina e poi trasferitosi a Roma al seguito del padre postino, fu sottotenente del Battaglione Alpini Sciatori Monte Cervino nella campagna di Russia. Catturato il 19 gennaio 1943 a Nikitovka, trascorse oltre tre anni in prigionia nei terribili campi sovietici: di quelle vicende narrò in “Noi soli vivi”, edito da Mursia. Fu decorato con due medaglie di bronzo al Valor Militare. Dal 2004 al 2007 guidò l’UNIRR.

 

 

Proprio per raccontare di quel libro nell’ambito di  “La storia narrata dai protagonisti” lo ospitammo a Paderno d’Adda il 27 aprile 2012. Con lui sul palco in quella serata memorabile, oltre al consigliere dell’ANA Cesare Lavizzari, c’erano il generale Morena e un altro grande Reduce, Nelson Cenci.

Giunto appositamente in treno da Roma, Vicentini, allora 95enne, avvinse l’uditorio narrando di quei fatti così lontani, ma da non dimenticare, come scrisse anche nell’opera: «Questo piccolo patrimonio di esperienze, che fu vissuto da migliaia di italiani ma che purtroppo può essere raccontato solo da pochissimi non vorrei che andasse perduto». Così raccontò di quei viaggi di trasferimento estenuanti da un campo all’altro, della crudeltà dei soldati russi, degli allucinanti spostamenti in treno, stipati come sardine, del pane di miglio malcotto che con poche aringhe era la razione base, quando c’era, e di come morirono i suoi alpini, trattati in modo disumano, tanto che solo il 14 % di essi tornò a casa.

 

CARLO VICENTINI, IL GEN. LUIGI MORENA E NELSON CENCI

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