domenica 11 ottobre 2015

Celebrato il 50°

 

Quella per il cinquantesimo è stata una festa come non se ne vedevano da anni a Paderno: le note della fanfara alpina di Prezzate hanno richiamato nel pomeriggio i cittadini lungo le vie del paese fino all’ammassamento, collocato significativamente in Via Don Gnocchi, per rendere onore a una delle figure simbolo dell’iconografia alpina. L’omaggio di un mazzo di fiori al beato dei mutilatini ha dato il via alla sfilata, cui hanno preso parte alpini delle sezioni di Lecco, Monza, Bergamo e Milano. Attraverso strade imbandierate, il corteo guidato dal direttore generale della Sezione, Mauro Farina, si è snodato fino alla parrocchiale di Santa Maria Assunta. Il nutrito drappello padernese marciava dietro uno striscione emblematico: “Sfilano al nostro fianco gli amici andati avanti: il loro ricordo è vivo in ognuno di noi”.

Anche la Messa, colorita dal Coro Stelutis di Brivio, ha avuto come prologo il ricordo dei soci scomparsi: il toccante elenco di quarantanove nomi è stato letto in apertura. Nell’omelia il parroco, don Antonio Caldirola, ha ringraziato gli alpini padernesi per il sostegno fornito alla Parrocchia sin dalla fondazione, di cui fu fautore anche il parroco di allora, Mons. Giovanni Bianchi. Don Antonio, riferendosi alla domanda finale di “Non era che ieri”, il libro scritto per l’occasione sulla storia del Gruppo, ha chiesto di guardare al futuro, di portare nel domani quella lealtà, quel rispetto, quella solidarietà, quel senso del dovere che caratterizzano gli alpini.

Al termine della funzione, il corteo si è trasferito al Monumento-campanile, nella suggestiva cornice della vallata dell’Adda e del ponte auto-ferroviario. Elio Villa, capogruppo per tutti i cinquant’anni, ha voluto ricordare l’esuberanza del Gruppo, tramandata dai fondatori alle nuove leve, e ha manifestato la sua intima riconoscenza ai soci, capaci di rendere concreti i valori dell’alpinità.

Il sindaco alpino Renzo Rotta ha rimarcato le tante opere realizzate dal Gruppo, in particolare il monumento stesso e la sede, e ha auspicato una collaborazione stretta e costruttiva con il comune, dopo le incomprensioni reciproche con alcune amministrazioni.

Anche Il presidente sezionale Marco Magni ha ricordato l’attività del Gruppo padernese e citando Don Gnocchi (“L’uomo è un pellegrino malato d’infinito, incamminato verso l’eternità”) ha esortato a lasciare da parte le invidie e le meschinità.

Il consigliere nazionale Mariano Spreafico ha sottolineato la splendida atmosfera della manifestazione serale in un sito di grande bellezza e ha poi parlato dei valori auspicando – da italiano più che da alpino – il ripristino del servizio di leva o di qualcosa di simile nell’ambito della protezione civile e ambientale.

Il Gruppo di Paderno d’Adda, dopo mezzo secolo di vita, ha voluto “fermarsi compiaciuto a osservare dall’alto della quota raggiunta la strada percorsa – così l’epigrafe di “Non era che ieri”e ora “ne trae incitamento per proseguire verso l’alto”.

 

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