Una serata densa di emozioni e di ricordi all’insegna dell’alpinità quella che si è svolta il 29 aprile nel salone dell’Oratorio di Paderno d’Adda, addobbato con l’Italia tricolore spesso portata alle Adunate Nazionali e alle manifestazioni. Si è parlato della “Storia dell’Associazione Nazionale Alpini”, prendendo spunto dai due libri editi a cura della stessa A.N.A. nell’arco di vent’anni. Un modo per “tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta” come recita lo Statuto.
Tra i relatori c’erano due degli autori del secondo volume, quello che reca il sottotitolo “In marcia nel nuovo millennio”, Silvio Botter e Cesare Lavizzari. Con loro Beppe Parazzini, Presidente Nazionale dal 1998 al 2004, e il Presidente della Sezione di Lecco, Luca Ripamonti, a fare gli onori di casa. In sala anche il Presidente della Sezione di Monza, Paolo Oggioni, e un consigliere della Sezione di Bergamo.
Molta emozione ha suscitato il generale Luigi Morena, ex comandante della Scuola Militare Alpina e reduce della Guerra di Liberazione – fu il primo a entrare in Bologna liberata. Il generale, che ha novantadue anni, ha saputo trascinare l’uditorio con simpatia, meritandosi un lunghissimo applauso. La Preghiera dell’Alpino da lui recitata in chiusura di serata ha fatto nascere brividi in molti dei presenti, grazie anche all’accompagnamento del Coro Val San Martino di Cisano Bergamasco, che intonava Sul ponte di Perati.
L’esibizione del coro – oltre al 33 e all’Inno di Mameli, ha eseguito Son morti per la Patria, Al comando dei nostri ufficiali, Signore delle cime, L’ultima notte, Campane di Monte Nevoso, Al reggimento e Perché non torni – si è alternata all’intervento dei relatori: Cesare Lavizzari ha parlato dell’origine dei due libri e della differenza tra il primo e il secondo, essendo intervenuta la sospensione della leva obbligatoria (“Soppressione, chiamiamo le cose con il loro nome”) con la conseguente domanda sul futuro dell’Associazione. Non è cambiato però il volontariato dell’A.N.A., la grande attività di protezione civile, svolta persino a Lampedusa nell’aprile 2011 con l’impiego di 25 volontari. Silvio Botter, anch’egli in passato, come Lavizzari, Consigliere Nazionale, ha insistito sul punto della sospensione della leva, “un grosso errore”, evidenziando come in tal modo venga meno nelle generazioni più giovani l’educazione ai valori, alla solidarietà, alla capacità di inquadrarsi e di obbedire in un sistema. Il past president Beppe Parazzini ha raccontato di come l’A.N.A. si sia opposta allora alla decisione del governo, primo caso, e finora unico, nella storia, di una manifestazione a Roma per chiedere doveri e non diritti, e ha espresso il rammarico dell’allora Presidente del Consiglio di fronte all’ineluttabilità del provvedimento, preso per la necessità di dover mandare soldati professionisti all’estero in missioni di pace che in realtà altro non sono che guerre. A questo proposito, Cesare Lavizzari , ha presentato la nuova iniziativa dell’A.N.A., la costruzione di una casa domotica per Luca Barisonzi, uno dei soldati feriti in Afghanistan, rimasto completamente paralizzato e ora in grado con molti sforzi di iniziare a muovere gli arti superiori. Una raccolta fondi che dovrà racimolare tra i 400.000 e i 500.000 euro. Anche il Presidente della Sezione di Monza, Paolo Oggioni, ha voluto ricordare con commozione i soldati in missione, parlando del capitano Tremolada, amico del caduto Massimo Ranzani.
Suor Oriana Lomazzi ha portato i saluti della comunità pastorale Beata Maria Vergine Addolorata, sottolineando come i valori degli alpini, l’alpinità, siano necessari per la società odierna e ha ringraziato il gruppo di Paderno d’Adda, i “suoi” alpini, sempre pronti a intervenire quando ne richiede l’aiuto.
Nell’aria risuonavano ancora le parole dell’editoriale del numero di aprile 2011 dell’Alpino, lette da Domenico Parente, che con Antonio Besana, si è alternato nella lettura dei testi, dalla presentazione di Leonardo Caprioli al primo volume, al discorso rivolto da Paolo VI agli alpini in occasione dell’Adunata Nazionale 1968 a Roma. Quell’editoriale, scritto da Bruno Fasani, intitolato, “L’Italia che non fa rumore”, si conclude così: “È l’Italia degli alpini, cari amici. Una realtà piccola nella logica dei numeri. Ma ben più grande nello scenario culturale. Ci sarà pur una ragione se l’Italia ci ama e se il nostro profumo lascia il segno. La retorica è pericolosa, ma una falsa umiltà è altrettanto pelosa. Se l’Italia è ancora bella, un po’ di lifting glielo abbiamo fatto anche noi”.
IL CORO VAL SAN MARTINO DI CISANO BERGAMASCO
I RELATORI
da sinistra: Luca Ripamonti, Cesare Lavizzari, Silvio Botter e Beppe Parazzini
LA PREGHIERA DELL’ALPINO RECITATA DAL GEN. LUIGI MORENA
CESARE LAVIZZARI, SILVIO BOTTER E BEPPE PARAZZINI
FOTO DI GRUPPO
fotografie e testo © Gruppo Alpini Paderno d’Adda
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