Il presidente nazionale Sebastiano Favero, in una lettera inviata alle Sezioni, chiede all'associazione solidarietà per l'Afghanistan: "con tutto il Consiglio Direttivo Nazionale (...) sostengo convintamente la disponibilità della Associazione, sia a livello centrale, sia a livello locale, a valutare con le autorità civili e militari se e come l’Ana possa concretamente contribuire ad aiutare chi ci ha aiutato".
Il presidente aggiunge che il Consiglio Direttivo "“non dimentica ciò che in vent’anni gli alpini della Julia e della Taurinense hanno fatto per la gente afghana. Sono state costruite strade, acquedotti, pozzi, un ospedale pediatrico, scuole e un centro sociale per le donne” e ricorda l'accoglienza agli alpini in un liceo locale: "We stay to make, not making to stay! Thank you to coming and hard working of, Alpini” [Restiamo per fare, non facciamo per rimanere! Grazie per essere venuti e per il duro lavoro, Alpini].
"Fra tutti i Caduti - continua Favero - ricordiamo Mauro Gigli, medaglia d’oro alla memoria, e tra quelli rientrati, segnati nel fisico, Luca Barisonzi, gravemente ferito, per cui l’Ana ha costruito una casa domotica, per ridargli in parte l’autonomia fisica persa in teatro operativo. Infine, testimone dell’impegno italiano, Andrea Adorno, medaglia d’oro, gravemente ferito, che presta tuttora servizio presso il 4° Reggimento Alpini paracadutisti". L’intervento della coalizione in Afghanistan, “mirava a garantire alla popolazione una vita migliore, ma soprattutto la speranza di un futuro migliore: un sogno spezzato anche dal rientro dei nostri alpini, costretti a lasciare quel Paese, costringendo a ripiombare nel passato anche chi aveva conosciuto la libertà. Per questo motivo tanti uomini e donne afghane, che hanno aiutato gli alpini nel loro Paese, sono fuggiti e sono ora arrivati in Italia bisognosi dell’aiuto degli italiani: gli alpini dell’Ana sono pronti”.
FOTOGRAFIA © ANA
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