Una poesia di NELSON CENCI:
A UN AMICO LASCIATO SUL DON
Non ti ritrovai oltre il fiume
di ghiaccio e di morte,
quella notte di luna,
senza voce di vento
ma con parlare sommesso
tra gli aridi cespugli
ad attendere ombre
per un cammino di speranza.
Non ti vidi sulle piste segnate da croci
nel fragore d'armi e di grida,
dove tempo non v'era
per la pietà e il dolore.
Di questi lontani giorni
perduta è in altri ogni memoria
e sepolte sono le remote ansie.
Ma in questo mutare di cieli
io ascolto il buio con stelle d'inverno a segnare le notti
e nei sogni dell'alba,
in questi risvegli di sole,
dopo lunghi silenzi ora ti ritrovo nel nostro verde vivere.
Non con la pioggia che batte sui vetri
lacrime di addio
ma con l'azzurro di giovani vite
a salutare il giorno.
Non più mani gonfie di gelo,
volto scavato di fame,
occhi perduti nel vuoto.
Non più scarponi di ghiaccio
a trascinare per strade di neve
il grande desiderio di morte
con l'acuto ricordo di giovani vite
perdute a rattristare il cuore.
Anche se il tempo oscura i ricordi
e qualcosa ogni giorno muore,
sotto queste foglie d'autunno
che coprono nella scavata terra
profumo di nuova erba e di fiori, sempre viva resta la memoria
di Voi che abitate le notti.
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