lunedì 8 ottobre 2018

La nostra storia minima


Nella serata di Sabato 6 ottobre, all’interno del concerto del Corpo Musicale Robbiatese per il centenario della fine della Prima guerra mondiale che ha aperto il 15° Raduno della Bassa Brianza a Robbiate, a ognuno dei dodici Gruppi che compongano la zona è stato chiesto di leggere una loro breve storia. Questa è la nostra:


STORIA DEL GRUPPO DI PADERNO D’ADDA

Non è facile condensare in poche battute oltre 50 anni di storia vissuti intensamente. Ma, come in ogni racconto, cominciamo dal principio: il 24 maggio 1965 alcuni giovani freschi di naia, in occasione del cinquantenario della prima guerra mondiale inviano una lettera agli alpini di Paderno con l’intenzione di formare un sodalizio inquadrato nella Sezione di Lecco. Il Gruppo, guidato da Elio Villa, che sarà capogruppo per 52 anni, è inaugurato il 10 ottobre nella Chiesina di Santa Elisabetta, affidata in custodia alle penne nere padernesi, che per l’occasione donano una enorme xilografia del pittore Alessandro Nastasio, la ”Deposizione del Cristo ad opera degli Alpini”.

Nel prato prospiciente la chiesina il Gruppo di Paderno d’Adda si impegna sin da subito per realizzare un monumento agli alpini che funga anche da campanile. Viene inaugurato il 26 ottobre 1969. Il traliccio in ferro verniciato di rosso poggia su un basamento in cui sono incastonate pietre dei campi di battaglia della storia alpina e dei campi di concentramento tedeschi e sovietici. Nel 2004 ne è stato realizzato il totale restyling, con l’automazione delle campane: ora suonano il Silenzio ogni sera alle 21 e il Padre nostro ogni mattina alle 10.

Intorno al monumento e alla chiesina si svolse fin dal principio degli Anni ’70 una necessaria attività di bonifica della scarpata che scoscende sull’Adda: un lavoro da ripetere con frequenza per contenere lo sviluppo vegetativo nel rispetto dell’ecosistema.

A questi lavori svolti gratuitamente, si aggiungono le opere di solidarietà, poiché “amare vuol dire donare”: gli alpini di Paderno si sono attivati già dall’alluvione indiana del gennaio 1966 per raccogliere fondi. Un’attività che ha costellato tutti i 53 anni e che ha consentito di collaborare con l’AIDO, l’AVIS e l’UNICEF e di donare non solo amore e solidarietà ma anche fondi per i terremoti in Friuli, in Irpinia e nel Centro Italia, per le alluvioni in Piemonte, per i profughi della ex Jugoslavia, per l’asilo di Rossosch, per fornire apparecchiature cliniche all’ospedale di Merate.

Questa solidarietà innata in tutti gli alpini non poteva che sfociare nell’istituzione di una unità di Protezione Civile, che il 26 luglio 1997 entra a far parte del Nucleo sezionale intitolato a Sandro Merlini. È un passo importante, che inquadra gli impegni isolati e prevede la formazione e la partecipazione agli interventi promossi dal Nucleo, alle esercitazioni, alla presenza in casi di emergenza e di calamità. Oltre agli interventi a Verchiano, in Dordogna, a L’Aquila, sulla Linea Cadorna e per l’operazione “Fiumi sicuri”, va segnalata l’imponente opera di bonifica della trincea ferroviaria a Paderno, svolta in collaborazione con i volontari lecchesi tra il 2000 e il 2003.

La casa del Gruppo è la sede, inaugurata solo nell’agosto 1998. Fortemente voluta, è stata edificata con il contributo manuale ed economico dei soci a partire dal 1994. Ora fa bella mostra di sé all’interno del Centro Sportivo Comunale, ornata da un’aquila pronta a spiccare il volo, dono del Gruppo gemellato di Villa Celiera, della sezione abruzzese.

Questa è dunque la storia minima del Gruppo Alpini di Paderno d’Adda, un Gruppo che ha celebrato il mezzo secolo di vita e che prova, come da Statuto dell’ANA, a “tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta”, un Gruppo che ogni 10 ottobre, giorno dell’anniversario di fondazione, ricorda i suoi soci con una Messa di suffragio, e che organizza ogni anno “La storia narrata dai protagonisti” manifestazione che ha visto sul palco presentare i loro libri Nelson Cenci e Carlo Vicentini, Edoardo Vertua e Cesare Lavizzari, tenendo fede al motto inciso sulla colonna mozza all’Ortigara: “Per non dimenticare”.


Robbiate 6 ottobre

Nessun commento: