Con una messa al cimitero, officiata da don Antonio Caldirola, e la deposizione di fiori ai due cippi presenti nel camposanto, al monumento-campanile degli Alpini e al monumento di Via Airoldi, sono stati commemorati i Caduti della Prima guerra mondiale. Una cerimonia sobria, ma necessaria per non dimenticare.
Nell’omelia don Antonio ha preso spunto dalla lettura tratta dal Secondo Libro dei Maccabei (12,44) per ricordare che vano e superfluo è pregare per i morti se non si crede nella resurrezione.
Il sindaco Renzo Rotta, nel suo discorso davanti al monumento ai Caduti, ha ricordato che “in tutte le guerre non c’è mai un vincitore” e ha auspicato un maggiore spazio per l’ONU nei conflitti che ancora oggi insanguinano il pianeta, sottolineando anche la ciclicità della storia: in mostra a Cascina Maria c’è un documento classificato “segretissimo” del 1916 in cui si chiede di prepararsi a dare ospitalità agli eventuali profughi provenienti da Serbia, Bosnia e Montenegro.
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