sabato 3 ottobre 2015

Presentato «Non era che ieri»

 

Nel salone dell’Oratorio è stato presentato «Non era che ieri», il libro scritto dal socio Daniele Riva sulla storia del Gruppo in occasione del cinquantesimo anniversario di fondazione.

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Daniele ha spiegato che “la memoria è il mezzo a nostra disposizione per provare a fermare l’attimo, a riviverlo strappando dei brandelli al passato. Per questo motivo nel 2008 il Gruppo Alpini ha istituito le serate della «Storia narrata dai protagonisti», attuando uno degli scopi previsti nello statuto dell’Associazione Nazionale Alpini: «Tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, illustrarne la gloria e le gesta». La nostra non è una Storia con la S maiuscola, quindi la nostra gloria e le nostre gesta sono scritte con la G minuscola. Ma sono comunque importanti per noi, per il Gruppo, per la comunità di Paderno d’Adda, e sono anche tangibili sotto forma del monumento-campanile e della sede, oltre che dei lavori di bonifica sulla scarpata.

Per lasciare testimonianza, per rinnovare la memoria, che si fa sempre più labile con l’allontanarsi dagli eventi, qualcuno, nella riunione del Consiglio Direttivo del giugno 2014, ha lanciato tra le varie proposte per il cinquantesimo, l’idea di scrivere un libro sulla storia del Gruppo. Così, ho assemblato un paio di capitoli e li ho sottoposti al Consiglio nella riunione di fine febbraio. Abbiamo stabilito di proseguire nella stesura, riservandoci in un secondo momento di decidere su come finanziarci e su come trovare qualcuno che lo stampasse”.

 

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Il presidente sezionale Marco Magni ha ricordato un fatto che lo lega al Gruppo di Paderno, l’incontro con il Papa del marzo 2014, quando fu il capogruppo Elio Villa a raccogliere la sua emozione e a dargli tempo di riprendersi. Ha poi fatto notare quante siano le attività che ogni Gruppo Alpini svolge e come esse risaltino dalle pagine del libro, grazie anche alla scelta di inserire ampi stralci dei documenti, rendendo viva l’atmosfera del tempo in cui furono scritti. Per rimarcare il valore della memoria, Marco ha poi voluto leggere una delle epigrafi poste all’inizio di ogni capitolo, quella di Nelson Cenci, tratta da Ritorno: “Ancora oggi noi, sopravvissuti a quella tragica avventura in terra di Russia, sentiamo la necessità di ritrovarci, soprat­tutto nei periodi dell'inverno nei quali più vivi si fanno i ricordi di allora. Quando ci incontriamo siamo sempre in meno perché, a causa degli anni, qualche amico nel frattempo ci ha lasciati ed è andato avanti. Scorgiamo sui nostri visi il correre del tempo, ci abbrac­ciamo, ascoltiamo insieme la messa, poi ci sediamo attorno a un tavolo o davanti ad un camino, e raccontando o ascoltando gli altri raccontare, ci pare a volte torni in noi l'antico dolore e una profonda malinconia ci pervade”.  Il presidente ha poi chiuso citando l’importanza della fede come nostra guida, recitando l’omonima poesia di Trilussa che si conclude così: “Quella vecchietta cieca, che incontrai / la notte che mi persi in mezzo al bosco, / mi disse: - Se la strada non la sai, / ti ci accompagno io, ché la conosco. / Se hai la forza di venirmi appresso, / di tanto in tanto ti darò una voce / fino là in fondo, dove c'è un cipresso, / fino là in cima, dove c'è la Croce… / Io risposi: - Sarà … ma trovo strano / che mi possa guidare chi non ci vede … – / La cieca allora mi pigliò la mano / e sospirò: - Cammina! - Era fa Fede”.

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Questa, dunque, è la fotografia del Gruppo Alpini di Paderno d’Adda adesso. Ma non è un punto d’arrivo: è – come riportato nell’epigrafe in testa al libro – il momento in cui, salendo verso la cima, ci si sofferma un momento a guardare la strada finora percorsa, per poi risalire con rinnovato slancio verso la vetta.

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